L'ARCHITETTURA IN BIANCO. DA RICHARD MEIER A... CERSAIE 2014
«Il bianco assoluto evidenzia le differenze elementi, tra aperture e chiusure, tra solidità e trasparenza, tra involucro e struttura» afferma Richard Meier, uno dei maestri dell'architettura contemporanea. Il bianco, chiamato anche colore acromatico, è la totalità dei colori: forse per questo ha avuto una relazione privilegiata con l'architettura sia antica che contemporanea.
È noto che il colore detiene nell'architettura, in particolare in quella contemporanea, significati a tutti gli effetti comunicativi e comunicazionali. Ogni ambiente, interno o esterno, è uno spazio da abitare la cui forza e il cui fascino risiedono anche nella componente cromatica o, per usare le parole certamente più efficaci di un altro grande maestro: «L'architettura è un fatto d'arte, un fenomeno che suscita emozione, al di fuori dei problemi di costruzione, al di là di essi. La costruzione è per tener su: l'architettura è per commuovere».
Sull'onda di questa filosofia architettonica e progettuale di Le Corbusier il colore è diventato elemento dominante e principio costituente di molti lavori contemporanei, e proprio il bianco si presta meglio di qualsiasi altro cromatismo ad armonizzarsi perfettamente ad architetture ed ambienti, creando impressioni suggestive e trasformandosi talvolta nell'elemento peculiare e distintivo di un intero progetto. D'altra parte, sin dai tempi antichi il colore risponde concretamente ad esigenze percettive d'insieme e oggi - in una società sempre più concentrata sull'individuo - è impossibile creare spazi da abitare che non tengano in considerazione che i cromatismi fanno parte a tutti gli effetti della vita delle persone.
E come si inserisce il valore comunicativo e progettuale del bianco in questo conteso? Lo stesso Richard Meier, che di questo colore ha fatto una firma per la propria opera, in un'intervista rilasciata tre anni fa dichiarava che: «Innanzitutto, l'architettura è creazione di uno spazio definito attraverso superfici opache e trasparenti, elementi lineari e piani, aperture e chiusure. Tutti questi elementi sono essenziali per l'architettura, e il bianco rende più evidenti le differenze tra aperture e chiusure, tra solidità e trasparenza, tra elementi lineari ed elementi piani, tra involucro e struttura. Credo che il bianco renda vivi gli elementi architettonici. Il secondo aspetto riguarda il fatto che l'architettura è fatta dagli uomini, è statica, non cambia, non cresce nel tempo. È la natura che cambia durante il giorno, nel corso delle stagioni, e il candore degli edifici aiuta a riflettere la differenza tra ciò che è stato fatto dall'uomo è ciò che è naturale. Ci aiuta a percepire la natura che ci circonda e il modo in cui l'architettura la riflette»
Parallelamente, i materiali con cui i professionisti del design e dell'architettura realizzano pavimenti e rivestimenti si posizionano al centro delle dinamiche relazionali tra impiego del bianco e ambientazioni, andando a supportare il vigore comunicativo che ne scaturisce. Un dialogo che genera al contempo raffinata eleganza e qualità tecniche all'avanguardia grazie a collezioni come quella che DSG Ceramiche presenterà in anteprima a Cersaie 2014. LIGHT COLLECTION | Bianco in architettura: lastre in fine gres porcellanato 120x120 in bianco assoluto nelle superfici crespo, gesso, scolpito, roccia e rigato.
Il bianco ha attraversato la storia dell'architettura sin dagli arbori. Col Neoclassicismo, per esempio, gli edifici furono costruiti principalmente utilizzando questa cromatismo poiché così erano immaginate le antiche costruzioni a cui si ispiravano. All'inizio del 21° secolo, il Movimento Moderno eliminò decori ed eccessi riportando in auge l'utilizzo del "colore dei colori" che quindi divenne peculiarità del purismo formale architettonico di architetti della levatura di
Le Corbusier e Mies Van Der Rohe e in seguito, per citare un altro esempio illustre, il collettivo conosciuto come New York Five di cui faceva parte proprio Richard Meier insieme a Peter Eisenman, Michael Graves, Charles Gwathmey e John Hejduk. Tutti nomi che hanno influenzato il lavoro contemporaneo di professionisti più o meno noti.
«Il bianco è il migliore simbolo della modernità» (cit. R. Meier).